Il cliente si è rivolto all’Avvocato Matteo Marini rappresentando questa situazione: ha un debito di oltre €750.000,00 dovuto a vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto per circa 20 anni, a partire dalla partecipazione ad un’importante causa ereditaria nel 2002.
Il cliente, che vive con la compagna disoccupata e la madre invalida, subiva nel 2011 la perdita del lavoro come dipendente addetto al controllo qualità di un’industria alimentare.
Decide quindi nel 2012 di frequentare corsi di formazione sui sistemi di gestione qualità che lo portano a sviluppare un progetto di valorizzazione del prodotto locale ovvero il “salame d’oca”, fondando una società di cui è amministratore unico e socio al 90%.
Tale società, tuttavia, nell’arco di 3 anni non genera alcun utile e il ricavato è sufficiente solo per coprire i costi di gestione.
Nel 2013 si conclude la causa ereditaria e il cliente soccombente viene condannato a restituire ad una parente una somma pari a più di €450.000,00 oltre spese di lite, di registro e interessi a far data dal 1997.
Decideva così, a fronte di una sentenza per lui devastante, di proporre appello, che verrà accolto solo parzialmente.
Nel frattempo, gli viene notificato un atto di precetto, cui segue notifica dell’atto di pignoramento immobiliare sull’abitazione di sua proprietà (per il quale aveva contratto mutuo nel 2001).
A seguito del pignoramento la banca gli chiede il rientro per circa €80.000,00 e il cliente riesce a far fronte a questa cifra con la vendita di un altro immobile a lui intestato.
Intanto, la procedura esecutiva giungeva allo sfratto e all’asta e il cliente, la compagna e la madre si vedono costretti a trasferirsi nella casa di campagna di quest’ultima.
Nel 2018, infine, gli veniva notificato dalla parente creditrice nei suoi confronti un ulteriore atto di precetto in rinnovazione per l’importo di circa €700.00,00, non essendo la casa ancora stata venduta all’asta.
La situazione diventa quindi insostenibile e il ricorso alla L3/2012 diventa l’unica ancora di salvezza.
Il cliente si rivolgeva quindi all’Avvocato Matteo Marini il quale, dopo l’analisi della posizione, ha valutato di procedere con la liquidazione del patrimonio, pur essendo quello del cliente inferiore alla totalità dei debiti.
A fronte di un monte debitorio totale di più di €750.000,00 nella procedura vengono messi a disposizione dei creditori:
- Due immobili
- Un credito per finanziamento soci di circa €80.000,00 consolidato dal 2012 a favore della S.r.l
- La sua quota pari al 90% della S.r.l
- Una provvista liquida mensile di €100,00 per almeno 5 anni, versata dal padre del cliente a partire dalla data di apertura della procedura liquidatoria.
Alla fine della liquidazione giudiziale il debitore, sussistendone i presupposti, potrà chiedere l’esdebitazione: la cancellazione di tutti i debiti non soddisfatti durante la procedura.
Clicca qui per leggere il provvedimento: Tribunale di Pavia – 13.11.19