Si è rivolta allo Studio Legale una coppia di coniugi (lui consulente finanziario e lei dipendente) indebitatasi a causa di varie vicissitudini.
Come si sono originati i loro debiti?
Nel 2005 i coniugi accendono un mutuo per l’acquisto della loro prima casa, ma due anni dopo l’uomo viene licenziato a seguito di una presunta accusa di appropriazione indebita di somme di denaro aziendali.
Tale situazione ovviamente si ritorce anche dal punto di vista della sua immagine e reputazione, gravemente pregiudicate, tanto che, a conclusione della vicenda giudiziaria nel 2014 con sentenza di assoluzione, comunque l’uomo fatica non poco a trovare una nuova occupazione.
Fino ad allora la famiglia si trova quindi costretta a far fronte alle esigenze economiche basandosi unicamente sullo stipendio della moglie, non sufficiente ancor più nell’anno 2012 quando, a causa di ingenti perdite d’acqua, vengono emesse bollette di consumo elevatissime.
Nel 2010 viene aperta una procedura esecutiva promossa dall’istituto di credito avente ad oggetto la casa di proprietà sulla quale gravava un mutuo cointestato a entrambi i coniugi.
I clienti si sono dunque rivolti allo studio legale che, dopo l’analisi della posizione, ha valutato di procedere con la liquidazione del patrimonio (una delle procedure previste dalla L3/2012).
I debiti dei coniugi ammontano complessivamente ad oltre €300.000,00 e per tutta la durata della procedura (5 anni) mettono a disposizione dei creditori:
- provvista liquida mensile di €300,00 per 14 mensilità
- il ricavato della vendita dell’immobile
- un’automobile e un autocarro di proprietà.
Alla fine del percorso della liquidazione del patrimonio, se il debitore sarà stato rispettoso del piano proposto, non avrà compiuto atti in frode ai creditori, e avrà cooperato con la procedura, potrà ottenere il beneficio dell’esdebitazione, ovvero la cancellazione di tutti i debiti non interamente soddisfatti.
Clicca qui per leggere il provvedimento: Tribunale di Milano – 22.05.20