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Il Tribunale di Brescia apre la procedura liquidatoria a favore di un ex imprenditore sopraffatto dalla crisi economica

Il cliente dello Studio Legale, divorziato e con un figlia indipendente economicamente, oggi è assunto come operaio a tempo indeterminato presso una S.r.l., ma in passato è stato un imprenditore.

Dal 1999 al 2001 è stato infatti titolare di una ditta individuale che operava nel settore dei montaggi industriali.

Tale ditta cessava a causa della crisi economica e in quanto faticava ad incassare i pagamenti da parte dei clienti.

Questo sull’uomo ha l’effetto di una crisi economica irreversibile con conseguente sovraindebitamento.

Nel 2006, assunto come operaio, scopre di avere una gravissima patologia che lo costringe, dopo l’asportazione di una massa tumorale, ad un dimensionamento dell’attività lavorativa e ad una riduzione dello stipendio.

Nonostante ciò, nel 2010 decideva di acquistare un immobile, per la cui spesa, oltre alla vendita di un altro immobile di sua proprietà, accendeva un mutuo fondiario con un banca che, a garanzia della somma erogata, iscriveva un’ipoteca per €70.000,00.

L’anno successivo alla stipula del mutuo però l’uomo è costretto ad affrontare spese legali ingenti per un cartella esattoriale di €480.000,00 scaturita da un controllo della Guardia di Finanza sull’attività della sua ditta individuale.

L’uomo presentava istanza con adesione in seguito alla quale l’Ufficio riconosceva l’esistenza di un errore di calcolo e procedeva all’annullamento parziale della pretesa, riducendo l’ammontare dell’importo a €227.000,00.

Non potendo far fronte alle rate mensili del mutuo, l’istituto di credito avviava la procedura esecutiva immobiliare nei suoi confronti e si attivava quindi anche l’Agenzia delle Entrate che chiedeva di partecipare alla distribuzione della somma ricavata dai beni esprorpriandi.

Il cliente decideva quindi di rivolgersi all’Avocato Matteo Marini che, dopo l’analisi della posizione, valutava di procedere con la liquidazione del patrimonio disciplinata dalla L.3/2012.

Con un monte debitorio pari a circa €350.000,00 il cliente mette a disposizione dei creditori:

  • Gli immobili e le autorimesse di proprietà
  • Il Trattamento di Fine Rapporto
  • Quote di proprietà immobiliari ereditate dal padre
  • Auto (al termine della procedura, in quanto unico mezzo per recarsi al lavoro)
  • 2 motocicli
  • Una provvista liquida mensile di €400,00per un periodio minimo di 4 anni.

Alla fine della liquidazione giudiziale il debitore, sussistendone i presupposti, ovvero se avrà rispettato tutte le prescrizioni, potrà chiedere l’esdebitazione: la cancellazione di tutti i debiti non soddisfatti durante la procedura.

 

Clicca qui per leggere il provvedimento: Tribunale di Brescia – 20.01.21