La storia che ci apprestiamo a raccontare oggi non si differenzia dalla storia di molte altre famiglie che, purtroppo, hanno vissuto sorte simile.
La giovane donna svolge un’attività lavorativa ben pagata, tuttavia, il lavoro richiede orari e sforzi inconciliabili con la vita famigliare.
Così nel 2004 la cliente dell’Avv. Marini, al fine di poter conciliare le esigenze famigliari e quelle lavorative, decide di aprire la Partita Iva.
Ma come oramai ci siamo abituati a leggere, purtroppo la sfortuna è spesso dietro l’angolo.
Nello stesso anno, il marito perde il lavoro, causando ripercussioni famigliari sia a livello economico che a livello interpersonale.
Da quel momento nulla sarà più come prima, la donna deve far fronte a qualsivoglia spesa ordinaria e straordinaria, i bambini ancora piccoli richiedono delle attenzioni che solo la mamma può garantire loro. Iniziano, quindi, a subentrare i debiti e di pari passo anche lo scioglimento del matrimonio.
Nel 2017 il figlio minore dimostra un disagio sociale. Cambia più istituti scolastici, e necessita di cure psicologiche e psichiatriche, a cui, si aggiungono problemi con la giustizia. Da ciò derivano oneri finanziari sempre più pressanti e pesanti, che la donna deve sostenere da sola. La situazione debitoria nei confronti del Fisco, in tutto ciò, si aggrava ulteriormente.
Anno dopo anno, il debito continua ad aumentare fino ad arrivare alla cifra di 200.000,00 euro circa.
La donna, quindi, comprendendo la difficoltà di individuare una soluzione senza l’aiuto di un professionista, decide di rivolgersi all’Avv. Matteo Marini, il quale a fronte dello studio e dell’analisi della documentazione fornita dalla cliente, decide di consigliarle la liquidazione controllata del sovraindebitato (secondo il nuovo Codice della Crisi dell’Impresa e dell’Insolvenza, entrato in vigore il 15.7.2022 – ex liquidazione).
A fronte di 2.900 euro di spese fisse per il sostentamento familiare e dei 2.600 euro di retribuzione mensile, cui vanno aggiunti 800 euro di retribuzione del nuovo marito, la procedura liquidatoria si avvale di:
- TFR percepito pari a circa 10.000 euro;
- un’autovettura del valore di circa 17.000 euro;
- redditi da lavoro dipendente futuri compatibilmente con le spese per il sostentamento familiare;
- importo giacente sul conto corrente pari a circa 7.000 euro.
All’esito favorevole della procedura di liquidazione controllata, la donna potrà chiedere l’esdebitazione e di conseguenza la liberazione dai debiti contratti e non soddisfatti.
Un altro caso che grazie all’aiuto allo studio legale permetterà ad una donna di lasciarsi alle spalle l’incubo dei debiti.
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